Hozro: materiali sulle arti visive a Genova







NICOLA BUCCI

L'istanza analitica che - agli esordi - informava l'attività di Nicola Bucci, piegandola ad un'esplorazione (si potrebbe dire alla messa in scena) delle tematiche dello specchio, dello sguardo, della cornice, il cui approdo - al culmine di un processo di rarefazione - si fissava in un additare il vuoto, s'è ormai dissolta in una concezione dell'opera come fatto, entità conclusa che non intende porsi come veicolo di significati ma implodere in sé l'intenzionalità dell'artefice; che non si vuole rappresentazione ma apparenza.
In questo circolare rinvio a sé medesima, raggelandosi nel proprio statuto, l'immagine (compiuta in quanto techne e in quanto ikone) rimanda a ciò a cui non può rimandare, diviene forma del senza forma, schermo ed epifania dell'evento poetico.
Il panorama mentale che in ciò si scorge è assai remoto dalle declinazioni "anacronistiche", ove la reminiscenza risale uno svolgimento storico e la tradizione è accostata come deposito di "maniere". Qui, al contrario, si persegue l'annullamento di ogni risonanza, si attiva una memoria che si vuole riflesso dell'origine, in grado di oltrepassare il diaframma del tempo.

s.r. (1985)





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