SEXTO CANEGALLO
La Cassa di Risparmio di Genova e Imperia presenta nella Sala delle Aste una mostra di Sexto Canegallo, di grande interesse sebbene ristretta ad un numero limitato di opere (assai più ampia era invece la retrospettiva curata nel 1968 da Rinaldo Rotta, curiosamente non menzionata in catalogo), che prosegue il ciclo degli scandagli operati da Gianfranco Bruno - i cui esiti sono riportati nel fondamentale volume edito da Stringa nel 1981, sotto gli auspici della banca - sulla pittura ligure fra la metà dell’Ottocento ed il primo trentennio del secolo corrente (e, al riguardo, non dovrebbe sfuggire - se non una vera e propria affinità - quanto meno una significativa coincidenza temporale con le più felici manifestazioni della poesia, non soltanto ligure, contemporanea). Nei dipinti esposti e, in particolare, in quelli eseguiti nel periodo 1920/25, la singolare tecnica basata (in stretto legame con le istanze teosofiche da cui era permeato il pensiero dell’artista) "su un complementarismo più astratto, dove la qualità primigenia dei colori fondamentali è riportata ad un diapason di luminosità ‘fredda’ " (Bruno) si connette ad una impostazione iconografica vicina a quella di certo Previati, con risultati, peraltro, di effettiva autonomia.