ELSENER
Gremito di presenze straniere quest'ultimo scorcio di stagione a Genova. Mentre di attende per giovedì 25 l'inaugurazione della mostra di Diet Sayler allestita dallo Studio B2 in collaborazione con il Goethe Institut - Genua, la Pinta di Claudio Ruggieri presenta la coreana (residente a Dusseldorf) Carven Shiu e lo Studio Leonardi lo svizzero Ulrich Elsener.
Quest'ultimo, dopo aver seguito lungamente seguito un orientamento astratto, segnato da un profondo interesse per la Minimal Art e per le sperimentazioni con le "shaped canvases" (tele sagomate) oltreché per la tradizione "concreta", particolarmente consolidata in Svizzera dove annovera maestri come Bill, Lohse e Graeser, attorno alla meta' dello scorso decennio ha mutato radicalmente l'impostazione della propria ricerca.
Avvertendo le limitazioni intrinseche all'astrattismo d'impronta geometrico costruttiva, che - dice - "non gli avevano mai permesso di esprimersi completamente", Elsener se ne distacca bruscamente per intraprendere un nuovo percorso che lo condurrà, sul principio degli anni Ottanta ad una riscoperta della figura.
I dipinti esposti allo Studio Leonardi documentano i due ultimi anni di lavoro dell'artista tracciando una sequenza di profili umani spogliati dei loro tratti individuali mediante la sovrapposizione di stesure di colore, di figure colte in situazioni non artefatte dalla posa, erette o raccolte su sé stesse, trasformate - come ha scritto Karl Buhlmann - in "immagini d'ombra"; coppie in cui l'originario pretesto realistico è soppiantato da una connotazione piu' profonda che introduce il tema del "doppio", del continuo rimando fra stato corporeo e sostanza spirituale, del rapporto primario fra l'io e l'altro.
Alle tele sono affiancati numerosi lavori su carta: taluni, di ridotta dimensione, si riportano alle tematiche cui s'è accennato ma - mentre nei grandi dipinti all'acrilico si crea un intreccio complesso di addensamenti e rarefazioni, di trasparenze alternate a zone ove il colore sembra assumere consistenza materica - in queste altre opere la graduazione dell'intensità cromatica è assai più morbida, il segno è come assorbito nella macchia diluita d'inchiostro, grigia od azzurra; la sagoma definita dai bianchi interstizi lineari che affiorano al suo interno.
Altre carte - di più ampia dimensione - occupano l'adiacente sala di V-idea. Vi sono effigiati spazi monumentali, d'impianto circolare (un motivo ricorrente nei disegni di Elsener) ove la presenza della folla - dominante nelle analoghe opere presentate nell'86 alla Kunsthalle di Winterthur - pare allontanarsi, respinta ai margini della composizione, dominata dalla greve imponenza delle costruzioni.
s.r. (1990)