FIANNACCA DAL SEGNO AL GESTO
Dopo la rinnovata partecipazione all'ARCO, la grande fiera d'arte contemporanea di Madrid, con la galleria Rotta (che ha presentato anche, con successo, Karel Appel e Giancarlo Bargoni), Luciano Fiannacca ha inaugurato sabato scorso, nello spazio del Centro Santandrea diretto da Caterina Mamberto, una mostra dei suoi ultimi lavori.
Prosegue, in essi, quella ricerca sul segno-colore che - come l'artista medesimo scriveva anni fa' - "viene a misurarsi con la superficie della tela opportunamente preparata, sino a s-materializzarsi in una sorta di 'atmosfera dipinta' dove ritmi incalzanti e pause vibratili interagiscono nel lucido trascorrere dell'idea, che attraverso un'attenta analisi della sintassi del dipingere, diventa sapiente manualità".
Rispetto alle opere maggiormente rappresentative dello scorso decennio, nelle quali l'eredità dell'astrazione geometrica (o gestaltica) radicata nella nostra città in virtù della lezione di Borella e dell'esempio di "Tempo 3" (il gruppo costituito da Bargoni, Carreri, Esposto e Stirone) si palesava nel rigore strutturale dell'impianto compositivo, gli esiti recenti rivelano una più netta inclinazione gestuale.
Se peraltro nella mostra della scorsa primavera al centro culturale "Le Pietre" di Arenzano l'intrico dei segni appariva assai fitto e strettamente invischiato nel fondo materico, ora - mentre la dominante nera di quell'epoca trascore verso un grigio più neutro - il segno riacquista autonomia manifestandosi come traiettoria individuale protesa a segnare il piano di subitanei, sottili squarci di giallo, d'azzurro, di verde, equilibrando le istanze istintive razionali in un'immagine aperta alla dimensione del fantastico e, nel contempo, capace d'uno spontaneo equilibrio.
s.r. (1989)