VIDEO-PITTURA DI NAM JUNE PAIK
Se tagliare una pupilla con un rasoio s'è rivelato (Bunuel insegna) un mezzo efficace per entrare nella storia del cinema, recidere incruentemente la cravatta d'un compositore alle soglie della celebrità (Cage, nella specie) può senz'altro essere il punto di partenza d'un itinerario artistico in cui la provocazione Fluxus si accompagna alla sperimentazione dei più avanzati media elettronici.
È il caso di Nam June Paik, "europeo di Corea", giunto ventiquattrenne in Germania nel 1956 per seguirvi corsi di perfezionamento musicale con Stockhausen, Nono e Fortner, che l'incontro con Cage e Tudor - avvenuto a Darmstadt, ai Corsi estivi Internazionali per la Nuova Musica, due anni dopo - avviava ad una pratica artistica radicale che, oltre all'evento citato ed agli altrettanto noti shampooings effettuati, proprio su Cage e Tudor, nel corso di una performance svoltasi nell'ottobre del '60 presso lo studio di Mary Bauermeister a Colonia, conta episodi quali la fondazione della University of Avant-garde Hinduism o la partecipazione al festival "Neo-Dada in der Musik" (Dusseldorf 1962) con un concerto per violino solo in cui dopo aver sollevato lentamente lo strumento sopra il capo lo abbatteva all'improvviso su un tavolo, mandandolo in frantumi.
Nel 1963 intraprende le prime esperienze di uso artistico del mezzo televisivo, documentate nella mostra "Exposition of Music / Electronic Television" (Galerie Parnass, Wuppertal) dove presentava un'installazione composta da 13 televisori le cui immagini venivano distorte attraverso l'impiego di magneti; del 1965 è invece la sua prima video-opera ("Café Gogo") realizzata a New York con una Sony Portapak, che segna il vero e proprio inizio della sperimentazione videoartistica, volta, secondo le stesse parole di Paik, "sostituendo il tubo catodico alla tela", a "costruire un'immagine del tutto inedita".
All'attività video dell'artista (e, in specie, a "Beuys Voice", l'installazione presentata nell'ultima edizione di Documenta, a Kassel) si connettono le nuove opere presentate dalla Galleria Unimedia in una mostra che si protrarrà sino a fine aprile: "Omaggio a Cage" (1988) - un'assemblaggio di tre tele, in cui all'immagine del compositore, realizzata con la tecnica del "laser-painting" sono associati e/o sovrapposti interventi pittorici alquanto marcati, maschere primitive, antenne televisive ecc. - e "Beuys Voice" (1988) realizzata con il medesimo procedimento a partire da un doppio ritratto dell'artista tedesco.
Nella seconda sala figurano invece foto tratte da "Azioni 1964/ 74", un'importante edizione prodotta da "Pari &Dispari"che documenta, attraverso le immagini di Peter Moore, il complesso delle performances di Nam June Paik e Charlotte Moorman, compresa quell'"Opera Sextronique" la cui rappresentazione alla Film-Makers Cinemateque, nel 1967, valse ai due artisti l'arresto.
s.r. (1989)