Hozro: materiali sulle arti visive a Genova





MARIO ROSSELLO: UNA MONOGRAFIA

 Decisamente favorevole, quest'anno, il periodo delle strenne per gli artisti liguri trapiantati nel capoluogo lombardo. A pochi giorni dalla comparsa del volume su Carmi patrocinato dalla Banca Carige, è stato infatti presentata a Venezia, nel contesto prestigioso della Collezione Peggy Guggenheim, la monografia che l'editore Skira ha dedicato a Mario Rossello, omaggio del Gruppo 3M Italia alla clientela di riguardo.
Incontro non casuale, quello tra l'artista e lo sponsor. "Rossello è savonese - spiega Antonio Pinna Berchet, consigliere Delegato per le comunicazioni - e la nostra Società ha avuto profonde radici per trenta anni in quella provincia. Di lui ci ha colpito non solo l'opera ma il coraggio assai simile alla nostra filosofia aziendale: stato uno dei pochi artisti savonesi a lasciare la propria terra per cercare il confronto e, perché no, il giudizio altrui a Milano".
Flavio Caroli, autore del saggio introduttivo, vede in Rossello un "romantico razionalista", in lotta - sin dagli anni '50 - con il naturalismo senza per mostrare "in tutto il suo tragitto creativo, un passaggio in cui si ravvisi la tentazione di rinunciare agli incanti del visibile e di rifugiarsi in quella che si usa definire astrazione".
Certo il distacco dalla riproduzione fedele del dato di natura (o, in senso più lato, del reale) è palese sin dagli esordi del pittore, che pure avvengono in un clima culturale ove il tema era oggetto d'un serrato dibattito, nutrito di risvolti ideologici. Le prime opere documentate, risalenti al 1954 (Dialogo, La passeggiata), testimoniano infatti una propensione espressionistica, forse mutuata dagli artisti del disciolto gruppo CoBrA che in quell'anno si erano riversati ad Albisola per gl'Incontri Internazionali della ceramica organizzati da Jorn.
A questa fa seguito un momento (preannunciato dallo sfondo convulso di Tensione nell'aria, 1956) di contiguità all'informale, nel quale tuttavia (come in Immagine, 1958) l'artista preserva una larvale parvenza della figura che di lì a poco ritornerà a campeggiare prepotentemente nel quadro, con la serie degli Astronauti intrapresa nel 1960.
Prende ad affiorare in questa fase il caratteristico procedimento di costruzione dell'immagine attraverso l'accumulo dei segni, che in epoca recente assumerà connotati più sistematici. I volti degli astronauti, prototipi di un'umanità nuova, i corpi dei "personaggi-mutazione" si compongono, come un meccanismo in fabbricazione, in un dinamico accostarsi di frammenti prismatici che sembra rielaborare originalmente talune intuizioni futuriste.
Attorno alla metà degli anni '60, con opere impegnative come Il processo, Discussione, Al balcone, in cui Franco Russoli vedeva cristallizzarsi "gli aspetti visivi della realtà, analizzata nei suoi dati, non solo di volume, di colore e di movimento, ma anche di immagine significante", Rossello entra da protagonista nel dibattito sollevato dalla corrente di Nuova Figurazione.
Nei personaggi senza volto di Uomini in città (1970) esprime l'ambigua condizione contemporanea, in bilico fra l'anonimato della "folla solitaria", in procinto di trasformarsi nell'esercito di replicanti immaginato da Philip K. Dick, e lo splendore di un "nuovo rinascimento" tecnologico. Negli ultimi due decenni l'attenzione dell'artista savonese abbandona il confronto con il fronte avanzato della ricerca artistica e con la storia per concentrarsi sull'immagine, ove lo spunto paesistico assume un ruolo primario. La sua pittura diviene minuziosa e sottile, assume - come Caroli annota - "un segno fratto di matrice nipponica" per rappresentare alberi ed onde, cieli colorati e cespugli. Talora con cadute di tensione (avvertibili nelle sculture del Volo di gabbiani eseguite nel 1993 per La Rinascente di Milano) che si perdono però ai margini di quella "natura parallela", spontanea e simmetrica, cromaticamente vivace e insieme cristallina, tramite cui Rossello ha voluto compensare "la mancanza di sogni che sembra pervadere il nostro tempo".

s.r. (1997)

 

 

ROSSELLO ALL'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA DI MADRID

Alla vigilia dei settant'anni Mario Rossello prosegue con una mostra che s'inaugura oggi all'Istituto Italiano di Cultura di Madrid quel percorso internazionale che all'inizio del decennio in corso lo ha portato a partecipare all'Expo Osaka 90 ed a realizzare per la sede dell'Unione Europea di Bruxelles la grande scultura intitolata L'albero della solidarietà.
Il nucleo di questa nuova personale è costituito da opere dell'ultimo periodo, nel quale l'artista savonese abbandona la raffigurazione problematica dell'uomo contemporaneo che aveva caratterizzato la sua pittura negli anni '60/'70, con le serie degli Astronauti proiettati in una dimensione futuribile e le successive sequenze di meccanizzati personaggi senza volto, per concentrarsi sullo scenario naturale da cui ricava immagini "in apparenza attraenti e inoffensive, che - come nota in catalogo Luciano Caramel - si rivelano per d'una complessità provocatoria, tale da invertire l'impressione iniziale".
È una natura "altra", parallela, quella che Rossello scopre con i suoi quadri recenti; una natura che non è fonte d'appagamento estetico ma stimolo ad attingere, attraverso la puntigliosa stilizzazione delle forme e le intense contrapposizioni cromatiche, una dimensione schiettamente simbolica. La sola che l'autore giudichi capace di rispecchiare oggi i sogni e le aspirazioni di un'umanità che pure (forse premonitoriamente) vi è abolita.

s.r. (1997)

 





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