Hozro: materiali sugli artisti liguri





LE BOTTIGLIE ALCHEMICHE DI REMO SALVADORI

Di Remo Salvadori - quarantenne artista d'origine toscana, attivo a Milano, già presente in rassegne internazionali come Documenta VII, Biennale di Venezia, ed in mostre di grande livello quali "European Iceberg" (Toronto) e "Chambres d'amis" (Gand) - la galleria Locus Solus diretta da Vittorio Dapelo ed Uberta Sannazzaro, che già ne aveva allestito una personale nel 1985, presenta una serie di opere che danno il segno dell'evoluzione frattanto intervenuta nel suo lavoro, attraverso variazioni e messe a fuoco non appariscenti ma, nondimeno, intensamente significative.
È il caso, ad esempio, di "Lampada" (un anello in metallo sovrapposto ad un foglio, al cui interno interagiscono zone di colore blu e giallo) che pur riallacciandosi a "Continuo infinito presente" (1985), consistente anch'esso in un anello d'acciaio, realizzato tuttavia con un cavo intrecciato, ne sostituisce la valenza di circuito pervaso d'una assoluta ed inesauribile contemporaneità con quella di principio e margine di un'entità non finita (la luce).
Un analogo discorso potrebbe svolgersi a proposito dell'opera che occupa lo spazio centrale della galleria ("Triade", 1987), composta da tre bottiglie fuse in cera mista a pigmenti colorati - rossi, gialli, blu - collegate ad un tubo di rame annerito che congiunge i due elementi estremi del lavoro e ascende invece verticalmente da quello intermedio, in cui la dilatazione dimensionale rispetto alle versioni precedenti si traduce in accentuazione della densità comunicativa.
Evidente in questo lavoro la "coesistenza di opposti tropismi" (Celant): l'uno che procede da palpabilità e concretezza; l'altro, invece, indirizzato verso l'immateriale evocazione dell'infinito.
Questa duplicità di senso (o "attenzione divisa" secondo il titolo di una personale tenuta nel marzo di quest'anno all'Art Gallery of Ontario) è costruita attorno alla fondamentale ambiguità dei singoli fattori compositivi: la bottiglia che si pone ad un tempo come volume dislocato nello spazio e contenitore investito di connotazioni alchemiche; il tubo, elemento lineare che disegna un sistema di circonferenze governato da rapporti numerico/armonici e diviene veicolo di energie fluide; i colori, infine, che - richiamandosi alla teoria steineriana - al di là deldello splendore visibile alludono ai diversi stati (o "corpi") interiori dell'uomo: il vivente, lo spirituale, l'animico.

s.r. (1987)





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